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FINISCE IN UN FALLIMENTO L'INVENTARIO DEL FISCO SUI CREDITI FISCALI INUTILIZZATI

Sarebbero 134 milioni di euro i crediti inutilizzati e 156 mila le comunicazioni all'Agenzia delle Entrate per la remissione in bonis secondo i dati forniti in Commissione Finanze della Camera. Manca però la stima dei crediti incagliati

I dati sull’importo complessivo dei crediti inutilizzati, dopo il monitoraggio dell’Agenzia delle Entrate, indicano un numero piuttosto basso se paragonato ai diversi miliardi di euro nei cassetti fiscali di contribuenti e imprese, fornito nell’interrogazione a risposta immediata che si è svolta il 10 gennaio presso la Commissione Finanze della Camera dei deputati.

Entro lo scorso 2 gennaio dovevano essere effettuate le comunicazioni all’Agenzia delle Entrate per somme che non potevano essere utilizzate, nei casi in cui la non utilizzabilità sia relativa ad una situazione verificata prima del 1° dicembre 2023.

I numeri sono frutto del monitoraggio previsto con l’articolo 25 del decreto Omnibus, che stabiliva l’obbligo di comunicare all’Agenzia delle Entrate i crediti inutilizzabili entro 30 giorni dall’avvenuta conoscenza dell’evento che ha reso tale credito non utilizzabile.

     

Come sottolineato dallo stesso sottosegretario Federico Freni inoltre "i dati non sono rappresentativi dei fenomeni dei cosiddetti crediti incagliati, ossia dei crediti che i titolari delle detrazioni o gli attuali detentori non riescono a cedere a terzi. Questo è perché i crediti non utilizzabili, comunicati ai sensi dell’articolo 25, quindi i 134 milioni di euro di cui sopra, rappresentano i crediti acquistati che l’attuale detentore ritiene di non avere più diritto ad utilizzare o di non aver comunque diritto a utilizzare per cause diverse dal decorso dei termini e che quindi intende cancellare per mancanza dei presupposti costitutivi o comunque di crediti che il titolare non intende utilizzare. E non dei crediti che lo stesso non riesce a cedere a terzi. Ecco perché questo dato non è rappresentativo dei crediti incagliati.”

Non è quindi possibile stabilire a quanto ammontano i cosiddetti crediti incagliati, gli importi “bloccati” nei cassetti fiscali di contribuenti e imprese contrariamente alla loro volontà.

   

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